COMO
Rischiano di trasformare in maniera radicale lo buying lungo la fascia di confine se la Svizzera deciderà un giro di vite sul limite massimo per gli acquisti all’estero in esenzione d’imposta. Ci sta pensando da tempo il Dipartimento delle Finanze sollecitato anche dagli appelli del Cantoni di confine, Ticino e Grigioni in primis, dove da tempo le associazioni di categoria dei commercianti spingono per un’abolizione completa degli sgravi che fanno concorrenza a negozi e supermercati elvetici. Attualmente la legge prevede che chi acquisti beni per un valore superiore a 50 franchi e inferiore a 300 può chiedere il rimborso dell’Iva una volta varcato il confine, questo ha consentito al Dipartimento delle Finanze di calcolare che solo del 2022 gli acquisti oltreconfine, non solo in Italia, ma anche in Germania, Francia e Austria, sono ammontati a 8 miliardi di franchi, 8,3 miliardi di euro. Il Consiglio federale intende avviare presto un processo di consultazione per dimezzare il limite di esenzione da 300 a 150 franchi. Ciò consentirebbe di effettuare acquisti in Germania tra 50 euro e 150 franchi e in Austria tra 75 euro e 150 franchi, secondo la modifica proposta in attesa di conoscere la franchigia riservata all’Italia. Attualmente i cittadini utilizzano una App scaricata sui loro telefonini che consente di registrare gli acquisti e pagare le tasse doganali, ma abbassando la franchigia si rischierebbe un aumento di controlli al confine con l’effetto di creare lunghe code in dogana. Il rischio, secondo Sara Stalder della Protezione svizzera dei consumatori, è che il rimedio possa essere peggiore del male ovvero che riducendo i limiti di esenzione semplicemente aumenteranno i viaggi all’estero degli svizzeri per fare la spesa.